Tarocchi: è più giusto leggerli in presenza del consultante o va bene anche la formula a distanza?


Questo dilemma viene spesso citato da molte persone. Esistono diverse scuole di pensiero, ognuno sceglie quella che più preferisce, mi sembra abbastanza ovvio.

Alcuni sostengono che chi pratica l’arte divinatoria dei Tarocchi a distanza, sia un ciarlatano  poichè, in questo modo, non avverrebbe lo scambio diretto di energia tra il mazzo di carte e il consultante.

Credo non si possa generalizzare sulla basi del nulla o additare qualcuno di ciarlataneria solo perchè preferisce la formula a distanza. Per me un ciarlatano è colui che, tramite violenza psicologica, estorce ingenti somme di  denaro  alla povera vittima. Esistono persone, che utilizzano, come la sottoscritta, formule di pagamento simboliche come la libera offerta. A questo punto non capisco dove sia la truffa.

C’è anche da dire che molti non possono permettersi di ricevere estranei in casa per varie ragioni e se posso permettermi di fare un’osservazione, con i tempi che corrono, trovo sia molto rischioso adottare una formula di questo tipo se non per amici stretti, parenti e famigliari.

La formula a distanza è sempre esistita, anche nelle antiche preghiere di guarigione sarde per esempio. Esiste la formula da recitare in presenza del malato e la formula da recitare quando questo, per ovvie ragioni, non può palesarsi.

Ognuno di noi riesce a trovare la chiave di lettura che più gli si addice. I Tarocchi sono i migliori amici della cartomante, si crea una sorta di legame e a quel punto, dopo che una persona prova e riprova ed è sicura del suo operato, mette a disposizione del prossimo questo piccolo dono.

Ricordiamo che i Tarocchi non sono invincibili, sarebbe presuntuoso da parte di qualsiasi cartomante insinuare assoluta infallibilità. Esistono anche previsioni che non si realizzano. Questo non è una brutto  segno, può stare ad indicare che la persona in quel momento doveva prendere da se la decisioni, oppure esistono persone che psichicamente sono molto forti e non permettono a nessuno di guardare dentro. La troppa disperazione, crea malintesi perchè le carte sono catalizzatori di energia, se l’energia dominante è la preoccupazione e il dolore, può succedere che vengano estrapolati i pensieri e non i possibili eventi.

Ma è abbatanza facile accorgersi quando si è davanti a una persona simile, le carte escono confuse oppure, mentre si mischiano iniziano a schizzare da tutte le parti.

Chi pratica quest’arte, mette a disposizione un dono, ognuno ha i propri metodi e non si possono contestare. Piuttosto si contesti la cifra che si richiede. Fin dai tempi più remoti, le streghe non domandavano nulla, stava al consultante portare cibo o altro in segno di gratitudine. Ovviamente i tempi cambiano e ci si deve adattare a ciò che una persona ti può offrire può essere un semplice regalino o un’ offerta in denaro, l’importante è non imporre o obbligare le persone con richieste specifiche.

 

Princess

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4 pensieri su “Tarocchi: è più giusto leggerli in presenza del consultante o va bene anche la formula a distanza?

  1. Ciao Principessa: non leggo le carte da molti anni. Da quando a distanza (non sapevo neanche il nome della persona. Era il giornalaio da cui mi servivo! gli ho appuntato disordinatamente il responso su foglietti…) ho letto le carte talmente bene che sono riuscite nei particolari. E siccome non era la prima volta… ora mi tengo a debita distanza…. Non si gioca con queste cose, ragazze. E ciò vale anche per chi le legge.

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