A Roma c’erano due collegi di sacerdoti che si dividevano il compito di sacri intermediari della divinità: gli aùguri e gli aruspici .
Gli aùguri si dedicavano all’arte divinatoria augurale. Essa consisteva nel leggere i tratti del comportamento degli animali come ad esempio il volo e il verso degli uccelli; oppure si dilettavano ad interpretare i fenomeni naturali in particolare i tuoni ed i fulmini che erano i segni della volontà degli dei.Essi avevano ereditato dalla Grecia l’alettriomanzia, pratica di divinazione per mezzo di un gallo. Questo gallo veniva lasciato libero di beccare all’interno di un cerchio diviso in ventiquattro parti tracciato sulla sabbia. All’interno di queste ventiquattro sezioni vi era una lettera dell’alfabeto ed un chicco di grano. Il gallo scegliendo di beccare un chicco di grano a sua insaputa sceglieva anche una lettera, quindi veniva annotata la sequenza delle lettere toccate dall’animale e così si otteneva il responso del quesito precedentemente posto.
Gli aruspici invece le risposte ai quesiti che gli venivano posti le traevano dall’esame delle viscere degli animali sacrificati.
Con la’ffermarsi del cristianesimo, la Chiesa Cattolica fece il possibile per condannare queste pratiche magiche considerate superstiziose. A questo punto fece imprigionare tutti i maghi e gli indovini, vennero dati alle fiamme migliaia di libri di astrologia e di magia insieme agli gli oggetti che servivano per praticare le arti magiche.
Ma davanti a tutto ciò la Chiesa che predicava con molta devozione il motto " giudicare e indovinare solo Dio lo può fare", non teneva conto, stranamente, dei diversi pontefici che se da un lato giudicavano con impietosa severità chiunque fosse sospettato di occultismo,dall’altro si cimentavano a spiare il responso delle stelle.
Possiamo citare alcuni nomi di questi Papi e alcune storie che li riguardano proprio da questo punto di vista.
Paolo III poteva vantare di avere al suo fianco un bravissimo astrologo del tempo, Luca Guarico noto anche come eseplare professore di matematica a Ferrara. Luca Guarico,quando era ancora giovane ed inesperto, aveva la fama di parlare un pò troppo e la sua pecca era quella di dichiarare troppa verità quando interpretava il Tema natale. Essendo troppo esplicito aveva predetto la cacciata dalla città a Giovanni Bentivoglio II, signore di Bologna. Appunto per questa sua predizione imparò molto bene che sulla sorte di un potente è meglio tacere alle volte. Infatti proprio Bentivoglio decise di condannarlo al supplizio della corda. Da questa condanna che gli fu data decise di dosare le informazioni con astuta cautela, stabilendo quanto in realtà il consultante fosse pronto a sapere o ad assorbire.
Ritornando a Paolo III (1468-1549) predisse in tempi non sospetti che un giorno sarebbe stato incoronato papa, e forse proprio per questo da quel giorno il pontefice lo volle sempre accanto a se, gradendo sentirsi ripetere che Lutero sarebbe andato all’inferno poichè nato sotto il segno dello Scorpione, e altre simili piacevolezze. Fu talmente riconoscente a questo astrologo tanto da nominarlo vescovo, dopo che lui gli predisse che sarebbe morto ad 81 anni, cosa che effettivamente avvenne. Prima di Paolo III c’era stato papa Borgia, Alessandro VI (1443-1513), scaramantico al punto da rimandare più volte la sua cerimonia d’investitura perchè, secondo i suoi astrologi personali, la posizionedei pianeti non era del tutto propizia all’altezza dell’eventoò. Alla fine fu eletto papa nel 1503 , tre ore dopo il tramonto.Il suo successore Giovanni dei Medici (1475-1521), Leone X, non diede alte nomine ecclesiastiche al suo astrologo di fiducia , Agostino Ninfo, al quale concesse però il privilegio, non da poco,di aggiungere al proprio nome quello dei Medici.E anche se era sua abitudine consultare anche altri astrologi, l’ultima parola era sempre quella del suo fiducioso Ninfo.
Invece Paolo V (1552-1621), spaventato da una predizione che circolava sul suo conto, la quale diceva che la data della sua morte era vicina, riunì nel suo palazzo una colleggiata di 23 professori di Astrologia più sapienti d’Europa, che al termine di un faticosissimo ed incessante lavoro, si accordò per rassicurare il papa su altri tre lustri di vita e di pontificato. Questo responso restituì la tranquillità al papa, e la storia, quindici anni dopo, la restituì a quei bravi e coraggiosi astrologi.
Gli aùguri si dedicavano all’arte divinatoria augurale. Essa consisteva nel leggere i tratti del comportamento degli animali come ad esempio il volo e il verso degli uccelli; oppure si dilettavano ad interpretare i fenomeni naturali in particolare i tuoni ed i fulmini che erano i segni della volontà degli dei.Essi avevano ereditato dalla Grecia l’alettriomanzia, pratica di divinazione per mezzo di un gallo. Questo gallo veniva lasciato libero di beccare all’interno di un cerchio diviso in ventiquattro parti tracciato sulla sabbia. All’interno di queste ventiquattro sezioni vi era una lettera dell’alfabeto ed un chicco di grano. Il gallo scegliendo di beccare un chicco di grano a sua insaputa sceglieva anche una lettera, quindi veniva annotata la sequenza delle lettere toccate dall’animale e così si otteneva il responso del quesito precedentemente posto.
Gli aruspici invece le risposte ai quesiti che gli venivano posti le traevano dall’esame delle viscere degli animali sacrificati.
Con la’ffermarsi del cristianesimo, la Chiesa Cattolica fece il possibile per condannare queste pratiche magiche considerate superstiziose. A questo punto fece imprigionare tutti i maghi e gli indovini, vennero dati alle fiamme migliaia di libri di astrologia e di magia insieme agli gli oggetti che servivano per praticare le arti magiche.
Ma davanti a tutto ciò la Chiesa che predicava con molta devozione il motto " giudicare e indovinare solo Dio lo può fare", non teneva conto, stranamente, dei diversi pontefici che se da un lato giudicavano con impietosa severità chiunque fosse sospettato di occultismo,dall’altro si cimentavano a spiare il responso delle stelle.
Possiamo citare alcuni nomi di questi Papi e alcune storie che li riguardano proprio da questo punto di vista.
Paolo III poteva vantare di avere al suo fianco un bravissimo astrologo del tempo, Luca Guarico noto anche come eseplare professore di matematica a Ferrara. Luca Guarico,quando era ancora giovane ed inesperto, aveva la fama di parlare un pò troppo e la sua pecca era quella di dichiarare troppa verità quando interpretava il Tema natale. Essendo troppo esplicito aveva predetto la cacciata dalla città a Giovanni Bentivoglio II, signore di Bologna. Appunto per questa sua predizione imparò molto bene che sulla sorte di un potente è meglio tacere alle volte. Infatti proprio Bentivoglio decise di condannarlo al supplizio della corda. Da questa condanna che gli fu data decise di dosare le informazioni con astuta cautela, stabilendo quanto in realtà il consultante fosse pronto a sapere o ad assorbire.
Ritornando a Paolo III (1468-1549) predisse in tempi non sospetti che un giorno sarebbe stato incoronato papa, e forse proprio per questo da quel giorno il pontefice lo volle sempre accanto a se, gradendo sentirsi ripetere che Lutero sarebbe andato all’inferno poichè nato sotto il segno dello Scorpione, e altre simili piacevolezze. Fu talmente riconoscente a questo astrologo tanto da nominarlo vescovo, dopo che lui gli predisse che sarebbe morto ad 81 anni, cosa che effettivamente avvenne. Prima di Paolo III c’era stato papa Borgia, Alessandro VI (1443-1513), scaramantico al punto da rimandare più volte la sua cerimonia d’investitura perchè, secondo i suoi astrologi personali, la posizionedei pianeti non era del tutto propizia all’altezza dell’eventoò. Alla fine fu eletto papa nel 1503 , tre ore dopo il tramonto.Il suo successore Giovanni dei Medici (1475-1521), Leone X, non diede alte nomine ecclesiastiche al suo astrologo di fiducia , Agostino Ninfo, al quale concesse però il privilegio, non da poco,di aggiungere al proprio nome quello dei Medici.E anche se era sua abitudine consultare anche altri astrologi, l’ultima parola era sempre quella del suo fiducioso Ninfo.
Invece Paolo V (1552-1621), spaventato da una predizione che circolava sul suo conto, la quale diceva che la data della sua morte era vicina, riunì nel suo palazzo una colleggiata di 23 professori di Astrologia più sapienti d’Europa, che al termine di un faticosissimo ed incessante lavoro, si accordò per rassicurare il papa su altri tre lustri di vita e di pontificato. Questo responso restituì la tranquillità al papa, e la storia, quindici anni dopo, la restituì a quei bravi e coraggiosi astrologi.